Trader dal 1999, da 8 anni è a Londra e lavora per importanti broker.
Negli anni ha spostato la sua operatività dai Covered Warrant ad opzioni, azioni e futures, per arrivare al Forex.
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L’intervista ad Angelo Ciavarella
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Gli inizi
Ho iniziato perché conoscevo Achille Massimo Capecce, che era un mio caro amico di Termoli, che era trader e mi ha spiegato un po’ come funzionavano le cose.
Nel tempo ho iniziato a crearmi una mia operatività per poi crearmi una vera e propria metodologia.
Inizialmente era uno scalping molto stretto, all’epoca non c’erano gli HFT, poi quando quest’operatività non andò più bene, mi sono spostato su un’operatività più di medio respiro.
Perché hai partecipato (e vinto) a diversi campionati importanti?
Il campionato ti insegna ad essere disciplinato, anche per te stesso, cerchi di migliorare il tuo stile di trading, perché sai che ti vedono tante persone, è una sfida.
Questo è stato il motivo principale del primo che ho fatto, quando sono arrivato terzo dopo Foti e Capecce, nel secondo il primo premio era una Porsche, e mi é sembrato un motivo più che valido.
Ho imparato molto a gestire le posizioni, perché in altri momenti magari avrei fatto andare, avrei perso, non avrei chiuso, ho imparato la disciplina che, con il trading discrezionale puro che c’era allora, faceva la differenza tra guadagnare e perdere.
Adesso uso un misto tra discrezionale e automatico.
Il tuo peggior trade
Era il 2002, ho perso il 70% del capitale investendo su future di SPX e Nasdaq, sono rimasto con una posizione lunga senza stop per tre mesi, da marzo a giugno.
Il mercato scendeva soltanto e io ero lungo, ho imparato a mie spese cosa vuol dire andare contro al mercato e quanto ci ho rimesso.
Poi ho chiuso, meno male, ma per disperazione, e il Nasdaq alla fine toccò 1000, io uscii a 1600-1700.
Ero cresciuto come trader nel 1999-2000 quando tutti compravano, mi sembrava irrazionale vendere a certi prezzi, poi ho imparato a mie spese che il mercato, come dice Alan Greenspan, può restare irrazionale molto più tempo di quanto noi possiamo restare razionali.
Mi ricordo notti insonni, sono passati 13 anni e me lo ricordo molto bene.
Mi ha insegnato la disciplina e poi dopo quell’esperienza ho cambiato stile di trading.
Avevo imparato la disciplina e l’uso dello stop, e l’anno dopo ho vinto il campionato con IWBank facendo il 500% in 4 mesi e vincendo la famosa Porsche.
Volatilità e leva
Tendenzialmente io guadagno molto con la volatilità quindi quando i mercati scendono, ed è anche più veloce.
Il forex è molto liquido e quindi meno volatile.
[ctt template=”7″ link=”Hfn4g” via=”yes” ]E’ tutto un discorso di leva: è come dare a uno che guida una 500, una Ferrari e farlo girare per il centro, se non sta attento si schianta. @VitadaTrader[/ctt]
La leva può essere utile ma va usata con intelligenza.
Quando uno ha posizioni in perdita tende a mantenerle, quando è in guadagno le chiude subito, esattamente quello che i veri trader hanno imparato a non fare.
La tua giornata tipo
Appena mi sveglio vedo i mercati, come hanno aperto gli europei e la sessione asiatica. Poi parlo con i clienti o abbiamo dei meeting interni.
Faccio trading solo in ufficio, tranne casi particolari in cui controllo anche di notte.
Un periodo ho fatto anche trading da solo, a casa: cambia tutto, anche se adesso è diverso perché è tutto molto più social, perché in ogni caso credo che il confronto é fondamentale per migliorarsi, é importante incontrare le persone, scambiarsi idee.
Non credo a quelli che dicono se uno guadagna non fa corsi: non si può fare solo trading nella vita, è importante anche fare altro e incontrare persone.
Il lavoro presso i broker: cosa hai osservato nei tuoi clienti?
Lavorando presso un broker da tanto tempo, vedo che l’80% perde, il 10% galleggia, e il 10% guadagna, ma questo 10% fa davvero tanti soldi.
Per esperienza personale vedo che c’è gente che campa di trading.
Vedo gli errori classici: fanno 7/8 trade inutili, poi ne fanno due o tre in perdita e brucia il conto.
Il classico errore è quello di non chiudere le operazioni in perdita, ma chiudere velocemente quando guadagnano.
E’ proprio una questione di psicologia.
Nel tempo i traders tendono ad essere più stabili, i giovani sono molto più irruenti e prendono rischi più elevati, probabilmente sono anche più bravi a guadagnare nel breve periodo.
Nel lungo periodo è difficile sopravvivere sui mercati, dopo 10, 20 anni, per chi fa solo questo di lavoro.
La seniority porta ad una riduzione del rischio e ad un’asset location fatta in maniera più prudente.
Il trading in quanto tale è più aggressivo.
In media chi supera i primi due tre anni ha la possibilità di durare nel tempo.
Mai essere troppo convinti delle proprie posizioni sul mercato: non dobbiamo avere ragione ma fare soldi sui mercati.
COSA HAI IMPARATO DAL TRADING?
Nel trading l’aspetto decisivo è la disciplina, così come nella vita.
Molte cose che nella vita normale vanno bene, non si adattano al trading e alle dinamiche dei mercati.
Nessuno ha idea di dove vada il mercato, sono troppo vecchio per credere a queste favole.
COSA CONSIGLI A CHI INIZIA?
Bisogna essere ben capitalizzati per fare del trading il proprio lavoro.
Informarsi ma non troppo, trovare una propria metodologia e un piano di trading e una disciplina ferrea.
La metodologia si deve adattare alla persona, l’importante è essere disciplinati.
CHE CONSIGLIO VORRESTI AVERE RICEVUTO?
Impara a gestire il rischio, perché é decisivo. Nei mercati si fanno soldi quando si limitano le perdite, che non si tolgono, non si possono eliminare com lentamente, bisogna limitarle.
Un conto è recuperare quando si perde poco, ma quando si perde tanto il recupero diventa impervio e quasi impossibile, diventa una cosa complessa.
Il problema non è tanto quando si perde, ma quando si vuole recuperare, é lì che uno affonda completamente.
Per questo é importante gestire il rischio e limitare le perdite.
I mercati sono sempre là, ci danno sempre l’opportunità di guadagno.
RISORSE
Analisi tecnica dei mercati finanziari di John Murphy è un po’ la bibbia del trading.
Nel corso degli anni ho riscontrato che le tecniche più semplici sono anche le più redditizie.
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