Parte da una disamina macroeconomica per poi arrivare al grafico, sempre su valute e tassi d’interesse, con una media di 5-7 operazioni mensili, con stop e target fissi.
Per l’intraday usa i livelli di acquisto e di vendita su tutti i vari strumenti, e utilizza tutti i TF, dal 2min al 4H.
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L’intervista a Marco Bo’
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Gli inizi
- Si avvicina al trading dall’università, attorno al 2005, e inizia con le valute, appassionandosi sia all’analisi tecnica che quella macroeconomica
- inizia poi nel 2007 a lavorare in una banca d’investimenti, occupandosi di misurazione del rischio sulle posizioni prese dai clienti e passa dalla demo al trading reale
- 2 anni in lussemburgo come analista finanziario, continua ad affinare il connubio tra analisi tecnica e macroeconomica
Ora da 5 anni é a Lugano dove gestisce dei portafogli sia di clienti privati che istituzionali e ha la responsabilità sul mercato delle valute e dei tassi d’interesse.
GLI OSTACOLI CHE HAI INCONTRATO
I momenti difficili si presentano quando la fiducia che si ha in una posizione o in assunto di base influenza la sfera del ragionamento.
Succede quando non c’è il giusto distacco dal mercato, cioè non si intende più l’investimento come tale ma come una sfida personale; non esistono sfide personali con il mercato perché non c’è niente di dovuto.
Nell’impresa come nei mercati finanziari, vincono i numeri e bisogna attenersi a questi e non alle teorie o ai proclami che poi trovano residenza solo nella propria mente e non nella controprova del mercato.
Gestire soldi di altre persone aiuta ad avere distacco?
Non cambia molto, perché se non opero bene perdo il lavoro, sui miei soldi ho un profilo di rischio un po’ più alto avendo anche meno capitale, ma le operazioni che faccio sono le stesse.
Dopo quanto tempo hai raggiunto una costanza nel contenere le perdite e iniziare a guadagnare?
Avendo poco capitale e dopo vari anni in demo all’inizio ho avuto poche perdite.
Nel guadagno non ho molta costanza, non ho un’equity line abbastanza piana, si muove un po’ a balzi, non ho obbiettivi giornalieri, cerco di stare fermo il più possibile finché non trovo le occasioni giuste dove cercare di fare rendimento.
LA SOLITUDINE NEL TRADING
Non la sento perché mi confronto in maniera quotidiana con altri trade e gestori.
Mi piace il confronto soprattutto con trader che hanno idee e approcci differenti dal mio, mi fanno scattare campanelli e mantenere l’attenzione sempre alta.
Il tuo peggiore e migliore trade
Stavo mettendo a rischio la mia psicologia e il mio portafoglio, poi da peggiore è diventato il migliore.
Era il 2011, con USDJPY che era arrivato a 75,60, mi ero convinto che fossimo vicini a un’inversione e iniziai ad accumulare in area 81.
Il problema era che acquistai Yen contro qualsiasi valuta, ero molto esposto a questa “chiamata” e passai dei brutti mesi perché entrai in posizione a metà 2011.
Uscii poi dalla posizione a fine 2012 e anche bene.
Potevo avere tutte le certezze del mondo, ma si sono verificate dopo un anno e mezzo e un sacco di patemi d’animo che potevo evitare, con l’attesa, con l’utilizzo di size diverse, con l’utilizzo di stop loss e magari rientrare poi in posizione, con un sacco di cose che in quel caso non utilizzai.
Ad un certo punto avevo tolti gli stop e poi era troppo per poter essere chiuso.
GIORNATA TIPO
Mentre vado in ufficio leggo quello che è successo nella notte in Asia, poi mi guardo tutti i grafici principali e mi faccio uno schemino, su tutte le coppie di valute che seguo, dei supporti e delle resistenze.
Se non c’è volatilità studio, dal punto di vista di medio periodo e ricerche di banche.
Fino alle 19, 1930.
A casa ho una postazione, ma cerco di staccare comunque.
QUALI SONO STATI I PASSAGGI NELLA CREAZIONE DI QUELLA CHE E’ LA TUA STRATEGIA OGGI
Ho delle strategie adattative, cerco di adattarle alle condizioni di mercato che mutano nel tempo, quindi ritengo limitante avere una strategia, perché a seconda delle condizioni di mercato non funziona più.
Io quando posso le converto in trading system e faccio backtest, poi non le uso in maniera automatizzata perché voglio sempre avere io l’ultima parola, soprattutto per evitare i momenti di drawdown in cui il trading system non reagisce al cambiamento.
C’E’ UN PARALLELISMO TRA LA VITA REALE E IL TRADING?
E’ una professione che forma.
Fortunatamente non mi porto troppi pensieri a casa.
Nel mio peggior trade è mancato il controllo delle mie azioni, questo è fondamentale da imparare come trader.
I consigli
Consiglio a tutti di farsi un’educazione finanziaria di base.
Se uno crede agli specchietti per le allodole, è perché gli mancano le cognizioni di base, bisogna capire che non esiste rendimento senza rischio.
Prima ancora di capire quali sono gli strumenti, è uno step per riuscire a preservare quello che uno ha guadagnato.
Ragionare in termini percentuali e non assoluti, il rendimento va rapportato a quella che è la base di partenza.
COSA E’ DETERMINANTE IMPARARE PER AVERE SUCCESSO NEL TRADING
La pietra miliare deve essere un set di regole ferree che bisogna avere perché ritengo che il trading non sia un’arte e non è un’attività soggettiva visto che c’è una forte componente di numeri e di matematica.
Bisogna darsi delle regole.
Bisogna implementare un sistema di controllo del rischio sul proprio portafoglio, perché solo con questo controllo si può andare avanti nel tempo e superare momenti difficili.
PERCHE’ MOLTI TRADER NON HANNO SUCCESSO
Il loro ego supera le loro capacità: conoscenze, attitudine e capitale
Ci sono bravissimi trader sulla carta, li senti parlare e ti incantano, ma poi, carta canta, e non fanno rendimento.
Le risorse citate
Street smarts di Linda Bradford Raschke
Opzioni, futures e altri derivati.
di John Hull, parla di tutti gli strumenti finanziari, soprattutto i derivati
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