Da 18 anni sui mercati, accosta all’operatività in scalping in apertura quella più tranquilla che segue la tendenza giornaliera, con umiltà e grande rispetto per il mercato.
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L’intervista a Davide Biocchi
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Gli inizi
Nel 1998 inizia a fare trading sulle azioni USA, con un broker americano, poi passa a Directa nel 1999.
Fino al 2003 continua l’attività imprenditoriale nel settore alberghiero, poi si dedica esclusivamente al trading.
Dopo un periodo di ambientamento, dal 1999 inizia ad operare sul mercato italiano, sui derivati (Covered Warrant) che si basavano sul sottostante americano, di cui poteva vedere i prezzi avendo un conto in America.
GLI OSTACOLI CHE HAI INCONTRATO
Il primo ostacolo l’ho avuto poco dopo aver lasciato definitivamente attività alberghiera, causato da una perdita molto importante su Parmalat che mi ha un po’ inibito, per cui anche l’anno successivo è stato molto duro.
Il biennio 2003/2004 mi ha fornito l’energia e la vitalità necessaria per sviluppare una strategia completamente differente, che è quella che ancora oggi uso dal 2005.
DIARIO DI TRADING
Io conosco sempre esattamente il saldo del conto: se cresce significa che sto guadagnando, senza bisogno di fare troppi conti, equity line, ecc.
Ho un saldo ti riferimento, periodicamente prelievo i guadagni, così senz’altro evito di restituirli al mercato.
IL TUO MIGLIORE E PEGGIORE TRADE E COSA TI HANNO INSEGNATO
La perdita su Parmalat mi ha insegnato molte cose.
A volte alcune operazioni fatte per sfinimento possono portare a perdite consistenti. Ecco perché bisogna imparare a staccare la spina quando non c’è operatività.
Mi ricordo singole giornate molto positive, una con oltre 800 eseguiti (mio record), capitata in un periodo in cui facevo uno scalping molto intenso.
Oggi gli HFT tendono a ingessare il mercato e rendono molto difficile fare scalping, se non nelle primissime fasi di mercato quando sono ancora assenti.
Purtroppo però sono anche i momenti più rischiosi e quindi più difficili.
GIORNATA TIPO
Ho deciso di non fossilizzarmi solo sul trading, cercando di affiancargli una remunerazione costante, che ottengo facendo formazione ed education per Directa. Il trading serve per raggiungere l’eccellenza.
Quando posso dedicarmi solo al trading, mi metto di fronte ai monitor durante l’asta di apertura, in modo da capire come si vanno formando i prezzi. Osservo i book ma ascolto anche i vari telegiornali, specie quelli generali.
Nelle prime fasi di mercato sono molto aggressivo, faccio scalping, poi cerco di cavalcare il trend di giornata quando riesco a identificarlo.
Se invece è una giornata dedicata all’education, allora tendo a non guardare l’apertura, a vantaggio di operazioni trend-following che siano replicabili, cosa che lo scalping non è.
I consigli
Non fare demo perché azzerano l’emotività che è la componente prevalente nel trading, è generata dal denaro che impieghiamo sul mercato. Quindi le demo non servono…
[ctt template=”7″ link=”4bgY8″ via=”yes” ]Fare trading sulla carta è come prendere la patente sul computer. @VitadaTrader[/ctt]
COSA E’ DETERMINANTE IMPARARE PER AVERE SUCCESSO NEL TRADING
Nel trading non si guadagna con costanza, dal mio punto di vista c’è qualche mese di alti e bassi che alla fine creano un equilibrio, e poi ci sono dei momenti in cui si può fare la differenza.
Insomma si è incostanti nella costanza.
Perché si fa trading? Se siamo ottimisti 8 su 10 perdono e non smettono, quindi il loro obiettivo non era guadagnare. Le attività che ci piace fare e non portano guadagni ma costi o perdite sono degli hobby.
C’è un rischio nel trading, implicito, di compulsività o di dipendenza che non è poi così lontano dalla ludopatia, che è una patologia.
Il fatto di aver scelto di fare cose diverse, e quindi di staccare la spina, è stato anche un modo per me di confrontarmi con me stesso e capire se soffrivo di dipendenza dal mercato. Non è così.
Credo che serva avere la costanza di trovare la propria strategia, il proprio modo di operare, e se questo funziona avere poi l’ambizione di riuscire a fare quello che si pensa, perché spesso sul mercato ci si ritrova a fare, solo accorgendosene dopo, l’opposto di quello che si pensava, e quindi si perde.
IL CONSIGLIO CHE VORRESTI AVER RICEVUTO
Oggi c’è un’offerta formativa, gratuita e a pagamento, incredibile.
Avessi potuto averla 18 anni fa, qualche scorciatoia nella gavetta avrei potuto prenderla.
[ctt template=”7″ link=”MU7yb” via=”yes” ]Tutto quello che ho imparato, l’ho imparato sulla mia pelle. @VitadaTrader[/ctt]
PERCHE’ MOLTI TRADER NON HANNO SUCCESSO
Non è chiaro nella loro testa cosa vogliono fare.
C’è chi dice che vuole guadagnare, chi dice che spera di guadagnare. Sono due cose molto diverse: nel primo caso se non guadagna smette, nel secondo caso le perdite che ci sono nel mezzo possono apparire come investimento per farcela un giorno, e questo può non avere mai fine.
Uno deve chiedersi veramente cosa vuole dal trading e imporsi di farlo per guadagnare, altrimenti è solo una perdita di tempo.
Le risorse citate
L’analisi tecnica non è una scienza, è più una filosofia e andrebbe vista così.
Bisogna stare attenti con l’analisi tecnica perché il passaggio tra il guardare un grafico per fare un studio, come dovrebbe essere, rispetto alla fase due, in cui guardo il grafico e gli chiedo di divinizzare e dirmi cosa succede dopo, è un percorso complicato.
Il pericolo è reale, circa 9 trader su 10 usano i grafici per fare trading e 8 su 10 perdono. Il problema non è il grafico, probabilmente i traders usano il grafico in modo distorto e per questo non hanno successo.
La stragrande maggioranza di chi fa trading non conosce le regole di un’asta, ma tutti conoscono i fornitori di novizie.
Forse bisognerebbe avere meno informazione e più cultura finanziaria.
Io ho trovato beneficio nel capire come funzionavano le regole del gioco.
Analisi tecnica dei mercati finanziari di John Murphy trovo che sia interessante perché ti dà un’infarinatura a 360 gradi sul mercato
The Nasdaq Trader’s Toolkit di Rogan LaBier, scritto da un trader che faceva scalping sul nasdaq che spiega bene come funziona, e serve anche per capire le differenze nelle regole pratiche esistenti tra il mercato americano e quelli europei
Link
- La Pagina di Davide su FB
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TWBOOK: http://www.tradingweek.net “non potrei più fare trading senza il mio software”
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Intervista sul Corriere: Un po’ psicologo, un po’ stratega così il trader diventa di successo
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