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Vita da Trader: il Blog di psicologia del trading

Impara dai trader di successo

Gestire le emozioni: le 9 paure del trading

08/06/2016 - 1 commento

gestire le emozioni

Gestire le emozioni: ma cosa vorrà dire?

Non significa non avere o non provare emozioni, é impossibile.
 
Per me vuol dire viverle bene, senza esserne in balia e liberandosi degli stati d’animo negativi.
 
Gestire le emozioni significa riconoscere i propri pensieri, coscienti e non, e modificare la nostra reazione.
Non possiamo cambiare il mercato, ma possiamo cambiare il significato
che ha per noi un certo movimento
e soprattutto il modo in cui rispondiamo a questo stimolo
.
 

L’emotività ci spinge agli estremi della gamma: euforia, eccitazione / sconforto e paura sono due facce della stessa medaglia, ed entrambe ci impediscono di restare in equilibrio, là dove regna la calma, la pazienza e la prudenza (il paradiso del trader).

Per semplificare mi viene da dire che l’emotività nasce dalla paura: la paura di perdere, di sbagliare produce le emozioni che percepiamo negative, come lo sconforto, ma allo stesso tempo quella stessa paura produce l’euforia nel momento in cui viene negata da una posizione in gain.

Quando facciamo trading con il rischio di una perdita monetaria reale, il nostro cervello lucertola (sistema limbico)  lo interpreta come un reale pericolo alla nostra sopravvivenza biologica.

E la sopravvivenza ha completamente a che fare con lo stato emozionale che chiamiamo PAURA.

La paura è la più primitiva delle emozioni, serve per farci evitare i pericoli.

La paura é il segnale di pericolo imminente.

 

In questo post ho approfondito alcuni aspetti della Paura e da dove nasce.

 
Consiglio di lettura  La paura blocca la gestione del rischio
 

La paura crea una mancanza di reattività, una specie di scatola dentro cui stiamo “bene” e da cui preferiamo non uscire, visto che come abbiamo visto è creata sia una un punto di vista biologico che psicologico dal meccanismo di sopravvivenza, per evitare i rischi, quindi il disagio.

Questa “scatola” è fatta dalle nostre reazioni automatiche, che limitano le possibilità, di vedere, di fare, ecc., é la famosa Zona di comfort.

 

Le 9 paure del trading

Possiamo trovare 9 tipi di paura che si manifestano nel trading,e la cosa interessante è che queste paure esistevano dentro di te già prima che iniziassi a fare trading, non sono nate nel trading, semplicemente in altri contesti era possibile evitare di doverle affrontare.

Iniziamo quindi a dare un nome e andare a conoscere quali sono i demoni che ci teniamo dentro, sotto la superficie.

1. Paura dell’incertezza

Nel trading si manifesta come quella vocina che, quando vediamo un setup coerente con il nostro piano di trading, ci sussurra “Sicuro? aspetta un attimo, qualche altra conferma” e nel frattempo vediamo la possibile operazione scivolarci tra le mani.

Nel trading facciamo esperienza di questo tipo di paura quando abbiamo un’esitazione, quando aspettiamo di avere una conferma che una certa cosa sta per accadere; ma nel trading non ci sono certezze, solo probabilità.

Per uscire dal mandato biologico dobbiamo gestire lo stato emotivo, per poter superare l’imperativo che abbiamo impresso nella mente e nel corpo: dobbiamo calmare il cervello, in modo che la paura dell’incerto non sopraffaccia i nostri pensieri razionali, che sono necessari per poter mettere in pratica la gestione del rischio.

2. Paura della perdita (del clic)

Questa è una delle paure più comuni. Questo è il momento della verità, in cui un trader capisce se è abbastanza stabile a livello emozionale in un certo momento, quando la paura distrugge la possibilità di essere in uno stato di calma, disciplina e imparzialità.

E’ anche il momento in cui si scopre quanto siano interconnessi mente e corpo, perché entrambi si congelano per la paura.

La mente è presa dall’attesa della perdita imminente, tutta l’attenzione è focalizzata sulla perdita.
Siamo noi stessi a creare la perdita, perché vediamo solo le possibilità che ci permette quello stato emotivo, e perdiamo l’imparzialità per vedere i setup così come sono.

Gestire questa paura evita il corto circuito mentale che impedisce di seguire le regole di gestione del rischio.

3. Paura basata sull’urgenza di rifarsi delle perdite precedenti

Questo tipo di paura spesso si manifesta come un misto tra l’ansia e il senso di urgenza, che toglie l’imparzialità.

Nelle credenze di molti trader, non c’é spazio per perdere, é una possibilità molto remota, probabilmente dovuta al tipo di lavoro precedente o di ambiente sociale.

Ma nel trading non funziona così: non c’è una correlazione diretta tra gli sforzi che si fanno e i guadagni.

La differenza la fa il modo di porsi davanti al mercato: non per prendere dal mercato, ma per vedere con molta apertura mentale se oggi può darci qualcosa di buono.

Per diventare trader profittevoli e di successo dobbiamo accettare, ma nel profondo, le perdite, e capire cosa sono. Sapere che ci saranno.

Bisogna separare le proprie performance dalla propria identità di persona.

4. Paura di fare errori (di non essere nel giusto)

Chi ha un atteggiamento mentale da perfezionista, finché non avrà riorganizzato la propria conoscenza di se stesso, avrò dei periodi difficili nel fare trading.
Anche se comprendi che nel trading non si può vincere sempre, a livello emozionale resterai attaccato ad uno standard di vittorie perenni non realistico.

Questo atteggiamento mentale porta ad un costante dialogo interiore negativo, di critiche verso il proprio modo di operare o non operare.

Nel trading non è garantito il successo di un trade solo per averlo fatto in modo corretto, per cui un’eccessiva attenzione ossessiva verso la perfezione ci rende meno disponibili a vedere il costante mutamento del mercato.

Un atteggiamento perfezionista spesso nasconde il bisogno di controllo e di validazione esterna del nostro operato, ma il mercato non può essere controllato, ed è un posto pericoloso dove mettere il tuo senso di identità. Devi avvicinarti al mercato con il rispetto dovuto a quello che non puoi controllare, cioè tutto tranne te stesso, alla fin fine.

5. Paura dell’inadeguatezza (Validazione esterna)

Se il bisogno di fornire sussistenza diventa il bisogno di provare il proprio valore e adeguatezza come trader, questo diventa una vulnerabilità nel trading.

Se si confonde la performance con l’identità, allora il bisogno di avere una convalida esterna del proprio valore prende il sopravvento.

Se invece si sviluppa un forte senso di sé, della propria essenza, si può lavorare sulle proprie performance, valutandole senza dolore, e sviluppando più competenze.

6. Paura dell’autosabotaggio (mandare tutto a scatafascio)

L’autosabotaggio è una profezia autoavverante, che abbiamo cablata nei nostri neurocircuiti, a riguardo delle nostre aspettative per il futuro.

7. Paura di perdere l’occasione (Avidità)

La paura di perdere l’occasione spesso porta a mettere da parte il risk management, che tiene un trade entro parametri di rischio bassi, definiti prima e accettabili.

A volte se ne esce senza perdite in pari, se si è stati abbastanza furbi ma mettere l’operazione a breakeven, a volte in perdita, ma in ogni caso visto il guadagno precedente la perdita psicologica che abbiamo subito è notevole.

L’avidità caccia la razionalità, e il trader inizia a vedere tutto con gli occhi dell’avidità e non imparziali.

Nel trading, se non riconosciamo questa paura e non impariamo a gestirla, brucerà il nostro conto.
Bisogna che ci costruiamo la forza interiore e la disciplina per resistere alle sirene dell’avidità.

8. Paura del Fallimento/Paura del successo

Nel trading si può manifestare in molti modi, dal non prendersi i rischi che invece avevamo messo in conto nel nostro trading al e quindi restare fuori dal mercato, dal chiudere troppo presto un’operazione in gain, ecc. ecc.
Quello che dobbiamo fare è prendere atto che questo atteggiamento mentale ci deriva da molto lontano, iniziare a vederlo all’opera, e pian piano andare a cambiarlo, costruendo nuove connessioni cerebrali e nuovi modi di affrontare le cose, e soprattutto dandoci finalmente il permesso di vincere, di avere successo.

9. Paura della crescita e del cambiamento (uscire dalla scatola  della zona di comfort)

Ognuno di noi ha una cifra in mente che lo metterebbe a posto, sia essa mensile che annuale, ma dobbiamo stare attenti a non trasformarla da un obiettivo (che potrà anche essere superato) a un muro invalicabile, proprio perché se arriviamo lì, rischiamo comunque di perdere quello che abbiamo guadagnato.

Può diventare la linea nella sabbia che ci siamo tracciato da soli, che non riusciamo a superare, e anche una profezia autoavverante.

Andando a riesaminare le nostre credenze inconsce, troveremo che molte delle cose che crediamo, che non mettiamo in discussione, non sono proprio “nostre”, ma ci siamo nati in mezzo, le abbiamo incamerate nel nostri neuroni, e le abbiamo accettate perché certamente non potevamo fare altro.

Reinventare se stessi per creare lo stato mentale del trader

Riassumendo: biologia, circostanze, il processo di adattamento, la crescita, le forze di attaccamento affettivo creano la nostra mappa percettiva, cioè il nostro modo di vedere il mondo in modo automatico, che è composto da credenze, percezioni e conversazioni mentali.

Queste cose tutte assieme determinano il nostro modo di fare trading.

Questi elementi vanno portati in superficie, alla nostra consapevolezza, esaminati e riorganizzati.

Questo è un processo in tre stadi:

    1. Gestire le emozioni: come usare il corpo e la mente per affrontare la paura, e quindi acquisire la capacità di gestire paura, avidità, impulsività, così che non prendano il controllo del tuo trading
    1. Un nuovo modo di pensare: imparare a vedere il nostro dialogo interiore, i nostri pensieri, in modo diverso. Attraverso la Mindfullness possiamo diventare gli osservatori della nostra mente, e vedere come siamo in preda ai nostri pensieri, invece di pensarli.
      A questo punto possiamo riorganizzare la percezione del mercato, in modo che il trading divenga una probabilità e non solo una possibilità.
      La chiave è passare dall’avere l’attenzione sul non perdere, a essere focalizzati sulla gestione del rischio, in modo che le probabilità di successo siano in nostro favore.
    2. Potenzia i risultati: cioé allineare la nostra natura completa per raggiungere la performance ideale, che è già dentro di noi.
      Imparare a risvegliare aspetti dormienti di te stesso, come accedervi, in modo da poter riorganizzare in modo definitivo il tuo stato mentale di trader.
      Le neuroscienze hanno dimostrato che il nostro cervello è plastico, ed è possibile cambiare addirittura a livello fisiologico se cambiamo o creiamo nuove connessione neuronali.
      Questo significa che le tue credenze, le tue percezioni, non sono congelate e immutabili, ma sono fluide e possiamo cambiare la loro forma.
      Da questa posizione puoi sperimentare la calma, la disciplina, l’imparzialità e il coraggio necessari per raggiungere lo stato mentale di massima performance nel trading.
 
Se vuoi approfondire il discorso vai ai tre video gratuiti qui:  http://www.mentedatrader.com
 
 
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Giovanni Lapidari, trading con l’anima
VIVERE DI TRADING Episodio Speciale

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