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Vita da Trader: il Blog di psicologia del trading

Impara dai trader di successo

Enrico Stucchi, dalla chimica al trading sistematico

19/10/2015 - 1 commento

Ha iniziato nel 2002-2003, l’approccio al trading è stato come una folgorazione.

Negli anni si è diretto verso il trading sistematico, che ha il vantaggio di poter provare strategie su tanti strumenti, di verificarne l’efficacia nel passato e di avere un approccio più disciplinato.

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L’intervista ad Enrico Stucchi

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Gli inizi

Nel 2000 lavorava in una multinazionale della New Economy, ha vissuto la bolla, e ha cominciato a comprare in quel periodo, proprio allo scoppio della bolla.

Successivamente tramite un promotore inizia a fare investimenti, e segue il suo portafoglio fondi. Attraverso questo inizia ad approfondire e inizia a fantasticare sulla possibilità di guadagnare cifre iperboliche.

Il processo di apprendimento l’ha portato, attraverso tutti gli errori, fino a diventare “bravino” attorno al 2007-8. Da settembre 2009 fa il trader a tempo pieno.

Nel tempo ha ovviamente ridimensionato moltissimo le aspettative.

La maggior parte del tempo l’ho sprecato a stato cercare il metodo perfetto, il Sacro Graal, ci ho messo un po’ a capire che non esiste. La cosa interessante è stata capire che non serve.

GLI OSTACOLI CHE HAI INCONTRATO

Questa dicotomia tra quello che speravo che fosse e quella che è la realtà è un po’ sconcertante.

Ho cominciato a frequentare il TOL e l’ITF, e vedevo questi guru che raccontavano di sistemi esotici per guadagnare, e ho cominciato a seguirli. Chiaramente i metodi che vengono spiegati sono perfetti nell’esemplificazione didattica, ma nel complesso della storia del prezzo non si sa se avrebbero funzionato nel tempo.

Ho fatto l’errore classico di continuare a cercare un metodo che funzionasse, sempre alla ricerca di quello giusto.

La maggior parte dei trader che inizia parte con lo scalping o l’intraday, perché è più affascinante l’idea di stare sul mercato a cercare ogni occasione, e potenzialmente si guadagna molto di più.

Il trading spesso è ludopatia, quindi sfocia in questa incapacità di stare fermo, di non cliccare, specie se lavori con TF lunghi è difficile da tenere sotto controllo, mentre in intraday qualche occasione al giorno si riesce a trovare.

Oggi ho abbandonato anche l’intraday, il daily è il mio TF di riferimento, ho operazioni che possono durare da qualche giorno a qualche mese. Mi trovo meglio, sia perché ritengo che i mercati siano meno rumorosi sui TF lunghi, sia perché c’è minore incidenza della ludopatia, (perché la tieni sotto controllo con la disciplina), sia perché è più congeniale alla mia giornata tipo.

Non ho scelto questo mestiere per continuare a lavorare come lavoravo prima. Se passo la giornata al computer, è più che altro per fare ricerca e studi, non per schiacciare tasti.

TRADING SISTEMATICO

Oggi non ho uno strumento d’elezione, lavoro su tutti i mercati e tutti i TF, ma soprattutto su quelli lunghi.

In questo aiuta molto passare al trading sistematico, che ha il vantaggio di poter provare strategie su tanti strumenti e farle funzionare contemporaneamente. Questo porta a rendimenti più costanti e limita il drawdown.

[ctt template=”7″ link=”t2wGa” via=”yes” ]Il trading sistematico ha la capacità di distinguere il filetto dalle frattaglie. @VitadaTrader[/ctt]

Le regole precise che devi codificare ti permettono di verificare l’efficacia di una strategia nel passato.

Il secondo vantaggio è che il trading sistematico è disciplinato, segue delle regole.

Il passato non è garanzia di rendimenti futuri, però finché non sarà tutto demandato alle macchine, la natura umana rimane il driver delle scelte degli operatori, di fatto le emozioni, il panico, l’avidità, la paura, il timore, la speranza, l’ottimismo, continueranno a esistere e saranno loro il motore del movimento.

Psicologicamente mi sento più confidente nel seguire un metodo che ha funzionato nel passato, piuttosto che uno che ha fatto dei danni.

Il trading sistematico non è la panacea di tutti i mali, ha dei difetti, in primis il fatto che si confrontano dei back test, non si può confrontare il futuro.

Il backtesting non è la realtà, tende a subire il rischio dell’overfitting, la sovraottimizzazione, in cui il sistema si adatta perfettamente ai dati storici, ma non è detto che funzionerà altrettanto bene in futuro.

La parte più importante non è tanto la scrittura del codice, ma il verificare che il sistema sia opportunamente robusto, e quindi non iperottimizzato, non abbia troppi parametri, che funzioni in qualsiasi contesto di mercato. La parte di ricerca della robustezza del sistema è di sicuro quella più tediosa e impegnativa dello studio.

Consiglio di lettura  Gianvito D'angelo, le regole nel trading come nel taekwondo

I trading system a volte ti insegnano a valutare le illusioni ottiche: ad es. su alcuni strumenti un sistema di breakout classico perde in modo sistematico, per cui tradandolo al contrario si guadagna (vendendo alla rottura della resistenza), perché i falsi breakout sono statisticamente molto più frequenti.

Spesso sento delle generalizzazioni banali, al es. sul RR non è detto che debba essere alto, perché è legato alla probabilità di guadagnare, cioè di chiudere l’operazione in profitto. Andando ad ottimizzare un parametro per volta, si vede che a seconda del sistema ad es. potrebbe essere più remunerativo avere un RR di 1:1 o addirittura di 1:0,5.

Anche il mito degli stop loss stretti, se si va ad analizzare, deve essere sfatato. Si vede che spesso è meglio che lo stop sia ampio, chiaramente si andrà a ridurre il posizion sizing.

Un altro vantaggio è che si è portati a studiare molto di più e applicare senza falle dei principi di MM, che sono alla base di una redditività costante. E’ questo il segreto.

LA SOLITUDINE NEL TRADING

Il trading è un mestiere bellissimo perché è meritocratico, però è anche alienante e solitario.

Ultimamente ho cominciato a collaborare con altre persone, o essere presente sui social, per scambiare idee e opinioni: da una parte cerco il confronto anche con altri traders, dall’altra c’è anche un po’ di ego, o comunque la necessità di fare vedere cosa si fa fare e, anche la voglia di aiutare gli altri, e avere qualche gratificazione, cosa che in altri mestieri si ha, ma nel trading manca, proprio per la natura solitaria di questo lavoro.

GIORNATA TIPO

Fino a qualche anno fa d’estate tendevo a non lavorare e concentrare il lavoro d’inverno.

Non ho una giornata tipo perché la parte operativa è limitata, seguendo soprattutto il mercato USA, seguo l’apertura di Wall Street, gli ordini li metto in apertura e poi cerco di dimenticarmene.

Più che altro durante la giornata faccio ricerca. Da quando ho iniziato, non ho smesso di studiare e di imparare, e di trovare sistemi nuovi e alternativi.

I consigli

Se certi errori non li commetti tu, non li impari. Devi veramente sentire le scottature sulla pelle, per capire e valutare certe cose.

Uno dei problemi principali di questo mondo è quello di essere popolato da incantatori di serpenti e venditori di fumo e metodi esotici.

Una caratteristica importante che un trader dovrebbe avere è la capacità di scremare la fuffa dalla sostanza, e non è facile, perché quando inizia a studiare alcuni metodi sono più affascinanti o venduti meglio.

Imparare a scremare, a valutare solo la variazione del prezzo, a capire in che fase di mercato si è, solo dal prezzo, è la cosa più importante.

I trading range sono delle miniere d’oro, se si usano in modo diverso da come si farebbe quando si è in trend.
E’ necessario capire in che mercato si è per applicare la strategia più adatta, e in questo il trading discrezionale è più intelligente di quello sistematico.

Quando studiate cercate delle cose che abbiano una validità storica testata, se un sistema non ha un track record, non ti dice come ha funzionato nel passato, probabilmente non funziona.

Fare le cose semplici, KISS (Keep It Simple, Stupid), è una cosa da seguire. Più le complichi e più sei in balia dell’illusione.

Consiglio di lettura  “Lasciare correre i profitti, tagliare le perdite” - Webinar

Quindi selezionare i metodi e i guru ai cui ci si affida, non è facile ma è necessario.

COSA E’ DETERMINANTE IMPARARE PER AVERE SUCCESSO NEL TRADING

Ho avuto la fortuna di avere delle buone basi di matematica e statistica.
Questo approccio cartesiano mi ha aiutato molto, anche nello scremare i metodi.

Ho avuto per tanti anni il terrore di eseguire gli ordini, perché, nella ricerca del metodo perfetto, cercavo sempre delle conferme e questo mi rendeva incapace di operare.

Il segreto è stato quello di capire che devi saper perdere, che il trading è un’attività imprenditoriale e quindi ha dei costi, cioè le perdite dei trade sbagliati. Se uno non lo accetta, non impara a perdere, che è deleterio e può portare a due cose: la prima é non operare per paura di sbagliare, e vuol dire perdere opportunità, e la seconda é di non chiudere le posizioni perché non vuoi accettare la perdita.

Perdi perché il mercato va da una parte, ma non puoi prevedere il mercato, l’importante è che il profitto delle operazioni positive sia maggiori di quello delle operazioni negative.

IL MIGLIOR CONSIGLIO CHE VORRESTI AVER RICEVUTO

[ctt template=”7″ link=”qtwR_” via=”yes” ]Il trading non è un mestiere che ti permette di diventare ricco in poco tempo. @VitadaTrader[/ctt]

Stai attento che non esistono metodi perfetti, cerca di trovare la tua strada, che sia confacente al tuo carattere, trova un set di metodi tuoi, adattabili al mercato e statisticamente discreti.

Se mi avessero dimostrato numericamente l’importanza dell’interesse composto, dell’utilizzo dell’antimartingala o dei vari sistemi di MM e l’effetto benefico sulla tua equity line, sarei stato ben contento di concentrare l’attenzione su queste cose.

PERCHE’ MOLTI TRADER NON HANNO SUCCESSO

Perché sovradimensionano le loro posizioni.

Anche con un metodo casuale, se dimensiono le posizioni in maniera corretta, io non arriverò mai a perdere soldi, non azzererò mai il mio conto. Se con il mio metodo riesco a essere meglio del lancio di una moneta, probabilmente riuscirò a guadagnare in maniera sistematica. Avere un rischio basso è l’unico modo di rimanere vivo sui mercati.

Un altro aspetto importante è il capitale, senza i capitali necessari si è costretti a rischiare di più ed è impossibile vivere di trading con capitali ridotti. Questo è molto chiaro guardando i risultati dei campionati di trading, dove anche in quelli con denaro reale, ci sono delle performance anche molto alte, ma che non potrebbero essere replicate in un normale trading al di fuori della gara, proprio per il rischio assunto nelle operazioni, e la maggior parte dei partecipanti chiude con un capitale inferiore a quello di partenza.

Le risorse citate

 
Andrea Unger – Trattato di money management
 
Pensieri lenti e veloci – Daniel Kahneman – studi su finanza comportamentale, viene spiegato come il cervello umano ragiona, sia quando prende delle decisioni di tipo impulsivo,, sia quando crede di prenderne di razionali. Spiega perché ci creiamo delle convinzioni che spesso sono di comodo e non sono la realtà.
 

Antonio Lengua – Trattato di trading sui volumi, affronta le cose in maniera diversa, il volume è l’unico elemento che non dipende dal prezzo, ti permette di affrontare le cose da un altro punto di vista

 

Stefano Fanton – Lo Zen e la Via del Trader Samurai – è un libro molto utile perché parla di psicologia del trading, senza grafici, un neofita probabilmente non lo capirebbe, è un libro che va letto più di una volta, certe cose sono sottili, devi aver vissuto certe esperienze per poterle comprendere tutte. 

Link

  • Il percorso del trader su Traderpedia
  • Articolo Trading sistematico o trading discrezionale
  • SLIDE INTERVENTO DI VERONA 15 aprile 2016 sul Money Management
  • File con simulazione del Fixed Fractional per il MM
  • I post di Enrico sul blog di Traderpedia
  • Traderpedia su FB, il gruppo FB

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Dario Tomasello, dal Forex a Mr. Obvius con ironia
Corrado Duiella, anche controtrend ma con tecnica ed umiltà

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