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Vita da Trader: il Blog di psicologia del trading

Impara dai trader di successo

Andrea Unger, intervista al 4 volte campione del mondo

29/04/2016 - Lascia un commento

Andrea Unger Campione con il money management

Andrea Unger, inizia a fare trading nel 2001 con i Covered Warrant, per poi spostare la sua operatività su azioni e future prediligendo un approccio meccanico. Ha vinto 4 volte la World Cup Championship of Futures Trading®.

PARTNERSHIP TRA ANDREA UNGER E VITA DA TRADER
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– Come creare Un Trading System Profittevole

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L’intervista ad Andrea Unger

 


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SCARICA MP3(Clicca col tasto destro)

I primi anni di Andrea Unger nel trading

Ho iniziato a fare trading a fine anni 90.

Mi sono avvicinato ai Covered Warrant, e ho perso tutto.

La cosa si è ripetuta, perché quando cominci a guadagnare ti convinci che sia facile, e poi altre batoste.

Iniziai a studiare.

Nel 2001 ho capito che i Covered warrant avevano dei ritardi, e ho iniziato a studiare e sfruttare questa cosa.

Ho conosciuto Domenico Foti, e da lì tutto è partito.

Piano piano ho studiato altro, mi sono avvicinato al trading sistematico e ai trading systems, sapevo che non sarebbe durata a lungo la situazione sui CW.

Vedevo nel trading una via di fuga da un mondo lavorativo che non mi piaceva più di tanto, perché non ci vedevo meritocrazia. Ho cercato qualcosa dove i risultati arrivano davvero da quanto impegno uno ci mette.

I MOMENTI DIFFICILI DI ANDREA UNGER

I primi sono stati le perdite sui CW dovute a inesperienza, inettitudine e arroganza, la convinzione di poter fare meglio di tanti altri, senza studiare il necessario.

Quando i CW hanno iniziato ad avere un comportamento più normale, ho cercato di migrare altrove, di fare qualcos’altro, sono passato allo scalping sull’azionario ed è stato un disastro, mi sono trovato con le spalle al muro. Ho capito che non era un giochino come i CW, non trovavo ancora la dimensione.

Grazie a Domenico Foti ho iniziato ad approfondire i sistemi, e man mano ho trovato la mia direzione.

Non sai mai quando c’è un periodo brutto quanto dura, potresti mollare tutto, ma poi subentra la passione e vado avanti.

Ho sempre creduto nel sistematico perché è qualcosa di misurabile, si può verificare il passato e vedere se l’idea di base è valida.

Da laureato in ingegneria mi piaceva mettere tutti i tasselli al loro posto e creare quella che poi è un quadro d’insieme per capire i mercati.

Faccio anche discrezionale, ma non più scalping, è più un qualcosa legato alla price action, non quella legata alle offerte semplicistiche che ci sono in giro.

E’ molto facile vedere il risultato alla fine, ma è il durante, vedere come si è evoluta la faccenda, come hai mantenuto la posizione, che fa la differenza.

E’ stata una moda che sta un po’ tramontando, però c’è sempre molto di nebuloso. Anche io uso quel tipo di principi, molto terra terra insomma, comunque non faccio molti trade e sono di lungo respiro. Mi aiuta a tenere il contatto coi mercati, coi movimenti, che può essere utile.

Non lavoro più sull’azionario, ma sui future degli indici azionari, principalmente Dax e MiniSP, le commodities, quelle che hanno volumi decenti, i future valutari e il bund.

Come durata dei trade, possono essere intraday inteso come da inizio a fine giornata, sistemi che stanno in posizione da 2 a 4-5 giorni, con entrate che possono essere sul 5min fino a 1H.

 

IL MIGLIORE E PEGGIORE TRADE DI ANDREA UNGER

Dalle perdite c’è sempre da imparare, è sempre un discorso legato alla sovraesposizione oppure all’affidamento alla fortuna, nel senso di dire “figurati però se…”.

Alcuni sistemi andrebbero filtrati in momenti particolari oppure spenti, ad es. interventi delle banche centrali in cui ci si può aspettare un grado di volatilità ingestibile con i sistemi, perché troppo random.
E non va mai bene, e lì è proprio stupidità.

Altro errore che ho fatto è la procrastinazione, in questo caso in discrezionale sulle opzioni: dovevo posizionare degli ordini in copertura e aspettavo sempre di farlo il giorno dopo, finché é arrivato un domani in cui eravamo andati ben oltre il mio livello e mi sono preso una batosta clamorosa.

GIORNATA TIPO DI ANDREA UNGER

Sveglia sempre piuttosto presto perché sono abituato così. Per prima cosa scarico dei dati per il servizio segnali che ho in Germania, adesso è partito il servizio anche con Giovanni Borsi, per cui li genero e poi li invio.

Poi mi collego al cloud e controllo i sistemi e come sono andate le strategie in overnight, aggiorno la contabilità appena mi arrivano gli statement da interactive broker, e poi la giornata va avanti così, guardare come vanno le strategie, cosa che non andrebbe fatta.

Preparo le presentazioni per l’attività di formazione.

IN CHE MODO LA PSICOLOGIA E’ PRESENTE NEL FARE TRADING SISTEMATICO

Tenere ferme le manine che vogliono cliccare sul mouse quando qualcosa è fuori dalla zona di agio per quanto riguarda le posizione aperte.

La psicologia influisce più nella costruzione dei TS, quindi accettare gli errori nello sviluppo, i fallimenti di idee e non forzarli, non andare a cercare per forza una soluzione dove evidentemente non c’è.
Poi si passa all’arroganza della competenza, “No, ma io so che…”, in realtà io non so proprio niente perché i mercati sono molto più furbi di me.

Avere un approccio umile allo sviluppo, non incaponirsi, non mettere in macchina sistemi che magari pur funzionando si capisce che funzioneranno solo sulla carta.

LA SOLITUDINE

Ho contatti su Skype ma sto bene così, sono abbastanza un orso, si arriva a sera velocemente.

Quando sono in giro per conferenze o eventi fa piacere per staccare dalla routine, ma non soffro lo stare a casa da solo.

C’E’ UN PARALLELISMO TRA LA VITA REALE E IL TRADING?

L’umiltà, che poi viene anche con l’età, non so se è il trading che mi ha fatto guardare con rispetto tutto quello che affronto o il fatto che quest’anno faccio 50 anni e quindi si ha sempre una visione più pacata.

Avere un approccio distacco e umile, consapevoli che il raggio d’azione è limitato, aiuta a non fare il passo più lungo della gamba.

Non so se quello che ero prima di diventare trader abbia aiutato a diventare trader o no.
Suppongo che ognuno riesca a ricavare quella parte di sé utile al trading.

PERCHE’ MOLTI NON HANNO SUCCESSO?

Perché é difficile, io alla fine sconsiglio di farlo, perché si parte con il piede sbagliato, con l’idea del trader sulla spiaggia, ma è tutto sbagliato: uno deve farlo perché deve avere la passione e deve piacergli, poi il resto lo scoprirà piano piano. Partire a farlo per fare soldi é sbagliato perché si perde di vista l’obiettivo di far qualcosa che piaccia.

Deve essere fatto con piacere perché nei momenti difficili si deve continuare ad amare questo lavoro per uscirne, altrimenti alla prima difficoltà si molla tutto oppure si fa peggio di quello che potrebbe fare in condizioni diverse.

I consigli

di affrontarlo seriamente e non credere a chiunque dipinga il tutto come troppo semplice.

dopo i CW ho mollato il mondo delle inefficienze, “il trading da rapaci”, non ho più studiato altro, forse avrei potuto monetizzare di più altre inefficienze che ci sono state, ad es. sull’obbligazionario.

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Le risorse citate

I segreti del trading di breve termine di Larry Wiliams: è un libro che mostra un approccio diverso al trading sistematico

 

The Trading Game di Ryan Jones:

è quello che mi ha fatto scoprire un po’ tutto quello che riguarda il position sizing e il percorso che ho fatto poi io in questa materia

Stefano Bargiacchi, il trading come percorso di crescita
Harv Eker

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