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Vita da Trader: il Blog di psicologia del trading

Impara dai trader di successo

Perché il trading è diverso dal gioco d’azzardo

21/03/2016 - Lascia un commento

trading e gambling

Da poco ho letto un passaggio di un libro sui Maghi del Gioco d’Azzardo, un’intervista a Cathy Hulbert  (giocatrice di blackjack e poker, da decenni con ottimi risultati), che mi ha colpito particolarmente:
“Prima di giocare, non faccio nessuna altra attività.
Non rispondo al telefono, non sto in mezzo alla gente, e non prendo impegni per dopo. Non voglio avere limiti di tempo.
Voglio che la mia mente stia il più in pace e calma possibile.
Vado a letto alla stessa ora esatta tutte le sere, e mi alzo alla stessa ora tutte le mattine. Non bevo alcolici la notte prima di giocare.
Dal modo in cui guido, mi rendo conto se sono irritata con gli altri guidatori: più sono calma e meglio giocherò.
Se guido come una pazza, se passo col giallo, mi dico che sono in un brutto stato quel giorno, e gioco molto meno, faccio puntate più basse.
Mi prendo una nota mentale di osservare cosa succede dentro di me.
Non ho nessuna intenzione di perdere soldi perché non sono nello stato mentale giusto.”
Ho trovato quest’intervista molto interessante, per la cura che Cathy mette nell’analizzare il suo stato mentale, preparandosi accuratamente ad un incontro e cercando di essere consapevole di come si sente.
Sa che la sua capacità decisionale dipende dal suo stato emotivo.

Esattamente come quella dei traders, e di tutti gli altri, se è per questo.

Ho già parlato a grandi linee di dove nascono i pensieri e quindi il nostro processo decisionale e dell’importanza di saper gestire e regolare le proprie emozioni in questo post.

Ora vorrei approfondire un aspetto che sfugge normalmente, e cioè le differenze tra il gioco d’azzardo e il trading.

Sono enormi, anche se i due mondi vengono spesso paragonati, e questo rende i mercati un sistema ancora più difficile in cui prendere decisioni.

Perdita e guadagno sono potenzialmente illimitati

Nel gioco d’azzardo sappiamo esattamente quanto si possa perdere o vincere in una giocata, e magari anche la percentuale di probabilità con cui può avvenire.

[ctt template=”7″ link=”nE2O8″ via=”yes” ]Sul mercato invece non puoi sapere quanto il prezzo si allontanerà, non ci sono limiti al possibile guadagno (o perdita). @VitadaTrader[/ctt]

Se è vero che il mercato potrebbe renderci ricchi con quel trade, arrivando ad un prezzo non immaginabile, ma sempre possibile, questo solo pensiero sarà la nostra rovina, perché tenderemo a prendere atto solo delle informazioni che il mercato dà nella direzione dei nostri sogni, negando le informazioni vitali che sono nella direzione opposta.

Se l’operazione è in perdita, il mercato può continuare ad allontanarsi dal nostro ingresso, aumentando la perdita potenziale ogni istante.

Mentre succede questo, riusciamo solo ad immaginare che tornerà dalla nostra parte, invece di confrontarci con la possibilità che non lo faccia.

Questo andrà avanti finché la perdita sarà troppo grossa e ci sovrasterà.
Alla fine usciremo dal trade con una perdita 10 volte maggiore di quanto avremmo mai immaginato.

La possibilità di potenziali infiniti guadagni è molto pericolosa.

Ci sono molte cose che si possono però fare a riguardo, per prima abbandonare l’idea che un trade da solo possa realizzare i nostri sogni, perché come abbiamo visto è un ostacolo nell’imparare a percepire le informazioni che arrivano dal mercato in modo oggettivo.

I prezzi sono in movimento continuo, senza un inizio né una fine

I mercati non si fermano mai, semmai fanno delle pause.
Anche quando sono chiusi in realtà si stanno muovendo, nel senso che i prezzi subiranno all’apertura le decisioni prese dai traders durante la chiusura.

La conseguenza è che quella che percepiamo come un insieme di tre decisioni semplici (entrare, tenere la posizione, uscire), in realtà é un processo decisionale continuo su quanto sia sufficiente una perdita o un guadagno per noi.
Visto che il movimento è perpetuo, non c’è la possibilità di prendere di più da quell’operazione?
Indipendentemente da quando usciamo, resta quella sensazione di aver lasciato qualcosa sul tavolo.

Al contrario se siamo in perdita, non usciamo convincendocti che in realtà siamo dentro ad un’operazione vincente che non ha ancora girato a nostro favore.

La domanda “quanto è abbastanza?” ha infinite risposte che dipendono dal valore che diamo ai soldi, da quanto ne abbiamo bisogno, dal fatto che li possiamo rischiare, da quanto sia importante per noi avere ragione, e può cambiare comunque a seconda delle vicissitudini e dei momenti della vita.

Questo tipo di confronto con i nostri problemi personali però contamina l’osservazione oggettiva del mercato.

Questa è la ragione per cui uno dei consigli che si sentono più spesso è “trada solo i soldi che ti puoi permettere di perdere”, perché meno importanza ha quel denaro per la nostra vita e più saremo liberi da questo tipo di contaminazioni.

Inoltre dal punto di vista di un trader, tutto inizia quando decidei di entrare e finisce quando decide di uscire dal trade, senza che questo abbia nulla a che fare con le aperture e chiusure del mercato.

Dal momento che il potenziale guadagno è illimitato, per tutti noi è più facile entrare che uscire dalle operazioni, perché uscire coinvolge un confronto con le proprie credenze sulla perdita e il fallimento contro la tentazione costante di un guadagno illimitato potenzialmente.

Nel trading possiamo diventare dei perdenti passivi

Ma la cosa peggiore di questa caratteristica del mercato di non aver né inizio né fine è che ci permette di essere dei perdenti passivi.

Nel gioco d’azzardo sappiamo quanto e quando si perde, siamo dei perdenti attivi, nel senso che l’unica decisione da prendere è se partecipare.

Una volta dentro nel bene o nel male sappiamo cosa può succedere.

Nel trading invece una volta che siamo dentro ad un’operazione dobbiamo fare qualcosa di attivo per uscire, dobbiamo prendere una decisione.
Non c’è bisogno di fare nulla per continuare a perdere, e il mercato può continuare ad andarci contro in modo indefinito.

Se non decidiamo di uscire, possiamo perdere tutto quello che abbiamo, e anche di più, e – a seconda dello strumento e della volatilità – può anche succedere in fretta.

L’unica via di uscita è di confrontarci con la nostra avidità, paura della perdita e del fallimento.

Dal momento che questo tipo di confronto porta dolore, tendiamo in modo naturale ad evitarlo, rendendo le cose sempre più difficili.

Per sopravvivere nei mercati dobbiamo confrontarci con delle difficoltà enormi dal punto di vista personale, in modo da non scegliere solo le informazioni che supportano le nostre illusioni o aspettative.

Puoi approfondire questo argomento vedendo questo webinar

Consiglio di lettura  Il trading è un gioco d'azzardo?

 

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